Essaouira, la città “ben costruita”
Essaouira in arabo significa città “ben costruita” e attualmente la sua Medina figura nella lista dell’Unesco come patrimonio dell’umanità. Ma la sua è una storia strana, precedentemente di origine portoghese col nome di Mogador, è stata poi progettata nella sua forma attuale nella seconda metà del Settecento da un architetto francese, Theodore Cornut, che per costruirla utilizzò la manodopera di schiavi francesi che il Marocco aveva imprigionato. Una storia quindi affascinante e intricata, in cui si sovrappongono culture, storie umane singole e storie di popoli, e naturalmente battaglie.
Cornut che era matematico e architetto, passato a lavorare per il Sultano del Marocco Mohammed ben Abdallah, diede anima e corpo al progetto urbanistico che impiegò circa tre anni per essere realizzato e divenne ben presto fiore all’occhiello del Sultanato.
Grazie a quella progettazione che ebbe l’arditezza di pensare in grande, oggi il fascino di Essaouira risiede nella sua capacità di contenere l’infinitamente grande, che quasi stordisce, e l’infinitamente piccolo, e quindi negli opposti, nelle contraddizioni che prendono forma sul piano architettonico. Essaouira è un luogo che gioca con le dimensioni, che si allarga e si restringe come una fisarmonica. La passeggiata mare, le case, i bastioni, il molo, il porto, la promenade, sono enormi,fuori da ogni misura umana, come fossero progettate dalla mente di un gigante. A Essaouira c’è l’Africa, intesa nella sua vastità. E il fascino sta proprio lì, nel perdersi. L’architettura della passeggiata mare, in particolare della parte fuori dall’ingresso del porto, sembra pensata per contenere l’ essenza della natura che spinge, attraverso il vento che soffia e il mare impetuoso, e non si lascia domare .
Ma poi per contro c’è la parte interna, i vicoli stretti della Medina, i viottoli che si snodano come una pancia nel cuore del cuore della città antica, le botteghe, le persone, il volto umano della città che prende le dimensioni di un presepe sospeso nel tempo. Perché Essaouira non è soltanto una città di mare, ma anche di artigianato, con le sue sculture in legno di Thuya , e di cultura, con la sua musica e le sue etnie che parlano e si sovrappongono continuamente.